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COMUNICATO STAMPA “Gli attacchi suicidi di Beirut del 12 novembre, che hanno provocato più di 40 morti e oltre 200 feriti, e l’agghiacciante sequenza di assalti che sconvolge Parigi in queste ore, lasciandosi dietro una scia di morti e feriti ancora da contare, sono stati rivendicati dalla stessa matrice che da diverso tempo ha dichiarato guerra al rispetto dei diritti di tutti, alla pace, alla pluralità di pensiero, a chiunque non ne sia affiliato, mussulmano, cristiano, ateo o a qualunque altra religione o credo appartenga. "Noi condanniamo con forza questa escalation”, afferma Giovanni Lattanzi Presidente del COCIS Coordinamento delle Organizzazioni non governative per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo, “Siamo convinti che il ruolo della comunità internazionale debba essere più centrale e incisivo e che l’Europa tutta debba essere sempre più protagonista.
KUMINDASul sito di Kuminda trovate tutti i video e tutte le presentazioni del seminario di Sabato 24 ottobre a Parma. Qui postiamo il link al video della sessione in cui è intervenuto Mohamed Alsalimiya del Land Research Center parlando di land grabbing e sovranità alimentare in Palestina e del progetto che realizziamo insieme nel governatorato di Hebron. Inizia dal minuto 18:25 e vi consigliamo di vederlo! (Mohamed presenta in inglese ma c'è la traduzione consecutiva in italiano) INEA CalabriaIl CREA (già INEA Calabria) organizza, insieme ad altri partners, una serie di eventi (ciclo di workshop e convegni) nell'ambito del progetto L’agricoltura che non ti aspetti - Seminare saperi, Coltivare esperienze e Produrre sviluppo sostenibile, equo e solidale, finanziato dal Dipartimento n. 8 (Agricoltura e Risorse agroalimentari) della Regione Calabria a valere sulla Misura 111, azione 3, del PSRCalabria 2007-2013. Prevista anche la partecipazione della nostra socia Isa Giunta con interventi e relazioni su agricoltura contadina e movimenti sociali.
#apiediscalzi sotto l’ambasciata d’Ungheria
L’appuntamento è per lunedì 21 settembre, alle ore 18.00, di fronte all’Ambasciata dell’Ungheria, via dei Villini 12-16, Roma. Le donne e gli uomini scalzi lanciano un altro appuntamento. Dopo la marcia di venerdì 11 settembre, che ha visto la partecipazione di migliaia di persone in tutta Italia, lunedì 21 settembre un appello chiama tutti e tutte a partecipare a un presidio di fronte all’Ambasciata dell’Ungheria. Una iniziativa pensata per protestare contro le violenze perpetrate dalle forze dell’ordine ai danni dei migranti, contro la mancata tutela dei diritti umani, e contro le nuove leggi in vigore nel paese dal 15 settembre, che prevedono anche l’arresto per chi attraversa i confini. Di seguito il comunicato stampa diffuso dal Coordinamento delle volontarie e dei volontari del Baobab:
BASTA MURI, BASTA FRONTIERE: LA PROTESTA #APIEDISCALZI CONTINUA, PER I DIRITTI DEI MIGRANTI
Lunedì 21 settembre alle 18.00 appuntamento a Roma, di fronte all’ambasciata di Ungheria (via dei villini 12-16), in contemporanea con tante altre città italiane, per chiedere la fine delle violenze sui migranti e il necessario cambiamento delle politiche migratorie europee.
Donne e uomini scalzi a CosenzaLa Cosenza solidale e antirazzista, come altre 60 città italiane, è scesa in piazza compatta per gridare il suo dissenso alle politiche migratorie di quella Europa che è diventata sempre più una “Fortezza” inespugnabile, disseminata di muri, filo spinato, vedette, odio, diffidenza e intolleranza. Un’Europa che ha osservato silente la morte di centinaia di profughi, un’Europa che ha marchiato disperati in fuga dalla guerra come pericolosi clandestini, un’Europa che di comunitario conserva solo l’acronimo. Cosenza, accogliendo l’appello nazionale delle “Donne e degli uomini scalzi”, ha mostrato il suo volto migliore, quello che riesce a tenere insieme associazioni, comitati, unioni sindacali, movimenti, cooperativi sociali e sigle di partito. Una manifestazione pacifica e simbolica che, però, non ha dimenticato di indicare precise responsabilità politiche e lanciare proposte concrete, come quella di un ripensamento globale del sistema di accoglienza, spesso gestito, anche nella nostra regione, da affaristi e malavitosi.
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